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| Inserito: 15 Mag 2018 22:36 Ultima modifica di: Giulio Il Ritorno | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 2 Data iscrizione: Mag 2018 |
Ciao. Innanzitutto volevo ringraziare chi cerca sempre di aiutare il prossimo. Facile trovare forum dove ognuno pensa solo a sé stesso, difficile trovarne uno dove si viene anche ascoltati.
Ho 24 anni. Fino ai 19 anni sono sempre stata la persona più felice e spensierata del mondo. Passavo il tempo perlopiù giocando ai videogiochi. Questo però non mi ha permesso di allenarmi a conversare e a fare nuove amicizie, dato che non uscivo con nessuno quasi mai. In pratica adesso vivo in un mondo di adulti ma col cervello di un 11enne, con tutti i conseguenti problemi relazionali che negli ultimi anni sono sopraggiunti. Ma fino ai 19 anni, pur non sapendo conversare, non me ne accorgevo e dunque stavo benissimo. A quell'età conobbi una ragazza su internet, la prima amica femmina che abbia mai avuto. Ci scrivevamo tutto il giorno, talvolta ci parlavamo anche con la webcam. Era diventata una droga, perché una cosa del genere non l'avevo mai provata. Sarei potuto starla ad ascoltare per sempre, come per compensare tutti gli anni passati senza parlare con nessuno. Un giorno si fidanzò e smise di parlarmi quasi di punto in bianco e scoprii che non potevo più farne a meno. Cosi per la prima volta cominciai ad autoanalizzarmi per capire cosa avessi che non andasse. Diventai paranoico, tutta l'autostima che avevo se ne andò e qualsiasi parte di me cominciò a sembrarmi ripugnante, dall'aspetto ad ogni sfumatura del mio carattere. Non sapevo cosa in me non andasse, ma se mi aveva abbandonato allora un motivo ci doveva essere. E io trovai tanti possibili motivi, andando persino a smussare involontariamente i lati positivi che avevo, nel tentativo di migliorare. Ma i complessi d'inferiorità erano troppo potenti, sentivo che chiunque fosse migliore di me e io cercavo di imitarne il carattere, il modo di vestirsi, il modo di pettinarsi i capelli... In poco tempo tutto ciò che ero scomparve. Questa spinta evolutiva guidata dall'insicurezza cominciò a farmi vergognare di mostrarmi o di parlare alle persone, convinto di non esserne all'altezza, convinto di fare figuracce anche solo nel modo di soffiarmi il naso, di sembrare strano agli altri come lo sembravo a me stesso. Camminare guardando il pavimento per non incrociare sguardi, chiudere il prima possibile le conversazioni, accelerare il passo sui marciapiedi stretti per evitare di rallentare quelli dietro, sono solo alcune delle decine di accortezze che iniziai a prendere per sentirmi meno a disagio. Ma il disagio condizionato dagli altri non lo potevo fermare, come vedere ragazzini che si divertono o che si baciano che mi fanno ripensare all'adolescenza mai avuta. Per la paura di essere abbandonato di nuovo non ho più parlato con nessuna ragazza. Impiego anche 2 ore a pensare a come rispondere a un messaggio da parte di qualcuno che non conosco bene per il timore di sembrare strano; perché anche solo vedere un messaggio che mi è stato visualizzato senza però ricevere risposta mi fa pensare di aver fallito, di aver scritto una sciocchezza, una sensazione che provo già subito dopo aver spedito il messaggio in questione, e la visualizzazione senza risposta non è altro che una conferma dei miei timori. E quando poi la risposta arriva mi odio lo stesso, per essere stato così paranoico senza motivo. E tutto questo, a pensarci, provoca in me un sentimento che fino ai 19 anni non avevo mai provato: la tristezza. All'inizio era solo tristezza occasionale, in risposta a determinati eventi che mi riportavano alla mente quanto facessi schifo. E mentre nel frattempo il mio modo di parlare si faceva sempre più sintetico e serio per paura di dire cavolate, la tristezza diventava parte del mio carattere. E senza che me ne accorgessi, diventai una persona molto peggiore di quella che ero prima che iniziassi a provare di migliorarmi. Come rompere una statua nel tentativo di renderla più bella. Per paura di agire in maniera pessima, ho smesso di agire. Di me non resta più niente, è come se fossi già morto. Per paura di funzionare male mi sono spento e adesso non riesco a riaccendermi più. Solo ora mi rendo conto che in fondo non ero poi cosi male. Ma adesso sono intrappolato in questo corpo, come se il vero me vivesse ancora nel passato. Questa perdita dello spirito mi ha tolto l'interesse a tutto ciò che mi piaceva fare. Adesso per rendermi triste non servono più degli stimoli che mi facciano riaffiorare i ricordi. Lo sono senza alcun motivo o pensiero, quasi come se fosse opera di un'azione ormonale. Anche se tutti i miei problemi si risolvessero sarei comunque triste, come se mi si fosse sbloccato qualcosa nel cervello che mi facesse vedere solo il lato negativo delle cose. Mi fa male qualsiasi cosa e non c'è niente che riesca a farmi sentire bene. Mi sono trasformato, nessuno crederebbe mai che solo 5 anni fa ero quel ragazzo sempre sorridente coi capelli spettinati vestito in tuta che si divertiva a fare video divertenti e che trovava sempre una battuta su tutto. La realtà mi ha investito come un treno in corsa. Tutto questo è iniziato lento ed è peggiorato di anno in anno, inarrestabile, e continua a peggiorare senza mostrare segni d'assestamento. 5 anni d'attesa sono sufficienti per capire che ciò che ero è solo un ricordo e ciò che sono lo resterò per sempre. Dunque ho preso la mia decisione, voglio farla finita finché le persone hanno ancora un vago ricordo di ciò che ero. La mia vita è un susseguirsi di momenti tristi e intervalli in cui mi distraggo guardando dei film. Anche la felicità è solo un ricordo. Ho già provato 2 volte a togliermi la vita, di volta in volta alzo il tiro e provo metodi che hanno più probabilità di successo. Domani ci proverò ancora sperando di avere una soglia del dolore abbastanza alta. Mi dispiace, ma la verità è che sono morto da tempo e se non fossi mai triste sarei comunque indifferente sulla scelta tra vivere o morire. Grazie di aver letto fino a qui, scusate se vi ho fatto deprimere. |
| Inserito: 16 Mag 2018 09:41 | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 54 Data iscrizione: Mag 2018 |
Ciao Giulio, mio omonimo, mi sembra di leggere me stesso, perchè mi ritrovo molto in quello che dici e quindi ti capisco.
Innanzitutto ti dico una mia convinzione, il suicidio non risolve niente, perchè nel cosiddetto al di là si rimane tali e quali, l'esperienza della vita serve appunto per comprendere qualcosa del nostro essere e questa vita materiale è il luogo ideale per farlo, altrimenti non ci sarebbe ragione di esserci. E' solo una mia convinzione, poi ognuno la vede come crede, però, detto questo, anziché concentrarsi nel suicidio, forse sarebbe meglio concentrarsi in se stessi, perchè in fondo, il suicidio è solo una fuga da se stessi, ma non si può fuggire da se stessi, invece potremmo iniziare ad essere più “presenti” in noi stessi, perchè forse la vita (grande insegnante, anche se a volte ci piace maledirla) vuol farci capire di essere se stessi e non l'imitazione di qualcun'altro solo perchè pensiamo sia migliore di noi. Noi siamo unici e questa nostra unicità dobbiamo far valere. Alla vita non interessa tante copie di individui, ma l'unicità di ognuno. Sii te stesso così come sei! Si soffre quando non siamo noi stessi, quando non accettiamo noi stessi, quando soffochiamo il nostro essere, la nostra unicità. La sofferenza nasce da lì, anche se conquisteresti il mondo, saresti triste lo stesso se non sei te stesso. E questo lo sai anche tu quando dici che se anche tutti i tuoi problemi si risolvessero saresti triste lo stesso, perchè dentro di te lo senti cosa veramente ti manca, ti manca te stesso, il tuo essere unico e vero che sei, quello cerca senza cercare di abbellirlo, trasformarlo o migliorarlo, non c'è niente da migliorare, c'è solo da essere se stessi senza giudicarci e confrontarci. Sii fiero di te così come sei! Questo non lo dico solo a te, ma in primis a me stesso, che anche se ho molti più anni di te, anch'io spesso fatico ad esserlo. Dai, falla finita co sta storia del suicidio, guardati allo specchio e datti un bacio grande e di a te stesso “bello che sono” e fa vedere questa tua bellezza in giro, orgoglioso di essere. Non dico questo per prendere in leggerezza il tuo post, ma solo per far riaffiorare in te quel ragazzo sempre sorridente e pronto alla battuta coi capelli spettinati (beato te che ce li hai, io li ho persi per strada). Proviamo a sorridere un po', forse la sento anche attraverso questo post la tua ilarità e per questo mi viene da scriverti così, dai proviamo, ci stai? |
| Inserito: 16 Mag 2018 12:25 | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 840 Data iscrizione: Set 2017 |
Mi fa sempre male leggere che un ragazzo di 24 anni, con tanto tempo da vivere dalla sua parte, decida di voler morire. Per alcuni aspetti mi sono rivista da adolescente. Hai mai pensato che quella ragazza desiderasse solo una relazione al di fuori dal virtuale? Le hai mai chiesto se non fosse già impegnata? Non darti tante colpe, sii te stesso, ritrova il ragazzo che eri e non darti troppe colpe, molte storie non riescono a nascere o ad andare avanti senza un motivo ben preciso. .. in pratica non è colpa di nessuno. Non copiare atteggiamenti e abbigliamento da modelli che non ti appartengono, sii te stesso, con la fragilità e le insicurezze che ti caratterizzano. Sii unico nella tua semplicità, in un mondo di persone finte. |
| Inserito: 16 Mag 2018 12:27 Ultima modifica di: Giulio Il Ritorno | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 2 Data iscrizione: Mag 2018 |
Ho una bassa soglia del dolore o non sono ancora abbastanza determinato.
Vorrei tornare me stesso e smettere di farmi problemi su tutto, ma non ci riesco, non è una cosa che posso fare a comando. Altro che bacio allo specchio, io gli specchi di casa li scopro solo per pettinarmi, altrimenti sono coperti perché se mi vedo mi viene da piangere. Sono stufo di essere me. E quella ragazza si è fidanzata virtualmente con un altro... Io non avevo alcuna fragilità e insicurezza, nessuna voce interiore che mi insultasse, agivo in modo spensierato, non riuscirò più ad agire così |
| Inserito: 24 Lug 2018 20:27 | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 1 Data iscrizione: Lug 2018 |
Ciao Giulio, credo sia difficilissimo per chiunque aiutarti. Insomma tu sei un ragazzo giovane e intelligente con tutta la vita davanti. Come puoi stare così? Qui siamo tutti disarmati credo.
Però io vorrei dirti una cosa che magari potrebbe aiutarti a farti riflettere. Nella mia città mi sono sempre sentito uno straniero, un fuori posto. I miei genitori sono venuti al nord dal sud Italia e io ho pure un cognome straniero. In una scuola di bigotti. Ho sempre seguito gli altri per sentirmi meno un outsider. Anche con le storie d'amore da ragazzo è stato un disastro. Ero paranoico, quando mi vedevo con questa mia ex, una brava ragazza chiamata A., le facevo promettere che non mi aveva tradito con nessuno. Ho superato questo complesso attraverso lo studio. Ho passato gli anni più duri della mia vita in una facoltà difficilissima e quando ne sono uscito ho deciso che non prendevo più merda da nessuno (psicologicamente eh, non che ne abbia mai presa veramente, era tutta una questione di testa come per te). Quello che voglio dirti è che potresti trovare sicurezza in te stesso tramite la professionalizzazione. Cosa sai fare? Cosa ti piace fare? Fallo e diventa bravo in quello! Il resto viene da se vedrai! |