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| Inserito: 13 Ago 2014 13:42 | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 4 Data iscrizione: Ago 2014 |
La questione narrata del rapporto panico-suicidio, non l’ho capita. Questa la mia storia: finalmente dopo diverse traversie studi eccetera, finalmente, verso i 40 anni stabilizzo la mia vita: ho un lavoro (non proprio all’altezza della mia laurea ma va bene), una fidanzata, la famiglia di origine. Nel giro di poco tempo però praticamente ogni cosa viene perduta: sono sotto mobbing al lavoro (lavoro in un ente pubblico e non ho avvallato certi appalti da me giudicati dubbi, ma senza prove bastanti per una denuncia), la ragazza mi lascia, si “dimentica di dirmelo” e il finale di questa storia è pessimo con strascichi di telefonate ricevute e altri risvolti . Mia madre, scopro in quei giorni, ha un male incurabile, tumore ai polmoni. Si fa ovviamente di tutto ma inutilmente. Mio padre già anziano, cade in depressione non curabile con farmaci perché interferiscono con altre terapie. Da quel giorno, più di dieci anni fa, la mia vita è annientata, mio fratello assente, grava tutto su di me cure morale e materiali, questo non mi importa, ma ho bisogno di alcune “valvole di sfogo” riesco solo ad andare un po’ in palestra (ultimamente nemmeno quello). La situazione è peggiorata ancora dopo 11 anni senza tempo libero vacanze o altro. Mio padre è sempre più possessivo, non mi fa uscire di casa urla giorno e notte, se voglio uscire una domenica sono 50 eu di badante e cmq anche quelle poche volte che esco è un bombardamento di telefonate urla e scene, ora cerca di togliermi altri spazi. Non ho ovviamente una fidanzata perché come subdorano la situazione scappano, o mi dicono proprio in faccia: con te non esco perché hai quella situazione, difficile anche dare loro torto. Le soluzioni razionali le ho già esaminate: mio fratello non fa più di così se lo fa lo fa talmente di schifo che la volta dopo non chiedi più nulla. In una casa di cura non ci vuole andare ed ha già preannunciato un Vietnam se succede. Aspetto che muore e intanto mi rovino sempre di più nemmeno riesco ad andare dal dentista, all’idea di farmi anche solo un altro anno così (mentre il mondo normale intorno a me gira e le persone che conoscono si sposano, fanno figli, conducono la loro esistenza) senza nessuna prospettiva se non quella di arrivare alla fine così rovinato da essere già vecchio. Figli se mai avrò una donna ormai è tardi, rimanere tutto storpio così? Mi sparo un colpo in bocca |
| Inserito: 18 Ago 2014 13:07 | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 5 Data iscrizione: Ago 2014 |
leggo le tue parole e ti capisco dal profondo del cuore!
E' un periodo molto nero anche per me, e quello che sto per dirti serve prima di tutto a me e, spero, un po' anche a te! Molto spesso reputiamo l'essere "egoisti" una cosa negativa, ma credo che in certe situazioni sia solo una questione di sopravvivenza. Capisco tuo padre: anziano, depresso, senza più la donna della sua vita vicino........ ha bisogno di una stampella enorme su cui appoggiarsi. Ma qui e ora sento di capire te a cui è stata negata una vita nel vero senso della parola. Credo che tu abbia bisogno di mettere te davanti ai bisogni di chiunque altro, altrimenti non potrai essere di aiuto a nessuno, neanche a te! La prima cosa che mi è venuta in mente è che non riuscirei a giudicarti negativamente se mettessi tuo padre in un ospizio: potrebbe dare a te gli spazi necessari (in termini di tempo, serenità mentale, libertà decisionale ecc) per affrontare la tua vita. So che per tuo padre sarebbe difficile, e, sotto molti aspetti, anche per te! Ma se dovesse capitare a me una situazione del genere non ci penserei due volte, perchè non ho la forza mentale ne fisica per accudire una persona problematica da sola. Poi magari sarei all'ospizio tutti i giorni ma con la consapevolezza che quello è il massimo che io posso fare. Risulterei egoista agli occhi dei più, ma se non rispetto me stessa vuol dire che non rispetto neanche gli altri e questo non lo chiamo egoismo. Ti sono vicina, e se scriverci potrà esserti utile io sono qui! |
| Inserito: 18 Ago 2014 17:00 | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 4 Data iscrizione: Ago 2014 |
grazie per la risposta, mi ha fatto piacere. Volevo evitare l'ospizio nel senso che cmq in gioventu' è sempre stato bravo, e poi il lager l'ha già fatto in guerra. Ovviamente sono sotto cura, tra l'altro sono invalido civile, ma piu' che risposte farmacologiche non ho, quanto agli psicologi, ho provato, ti convincono 10 minuti, poi torna tutto come prima. Ormai, in ogni caso, anche se per ipotesi domani andasse tutto a posto, mi ci vorrebbero anni per riprendermi. Bhò, cmq, sei stata gentile e ti auguro ogni bene. |
| Inserito: 19 Ago 2014 11:48 | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 5 Data iscrizione: Ago 2014 |
Temen, mi ha fatto piacere risponderti!
Nelle poche righe della tua risposta ho avuto molti spunti di ragionamento, sempre molto personale ovviamente. Lavoro come infermiera, e ho anche lavorato in case di riposo (i famosi ospizi). Non sono tutti dei lager, alcuni sono anche relativamente accoglienti anche se non saranno mai "CASA". Non ti chiedo di sceglierli a priori, ma pensaci e magari vanne a vedere qualcuno e a parlare con chi ci lavora dentro: potrebbe aiutarti ad avere un'idea più realistica e la decisione sarebbe ragionata (qualunque decisione tu prenderai). Non voglio parlare del fatto che tuo padre sia stata e sia una brava persona: sono sicura di questo, se non fosse cosi non avresti imparato ad essere cosi sensibile nei suoi confronti! Credo invece che "l'egoismo" di cui parlavo nel post precedente ti possa servire: non è quanto tuo padre sia buono ma quanta energia ti rimane per poterlo accudire senza sfiancarti definitivamente! Mi sto chiedendo quale sia la soluzione migliore per entrambi, e ho la sensazione che la attuale non sia la migliore (altrimenti non avresti scritto quello che hai scritto). Pensaci! Mi dici che sei sotto cura: bene! Le cure aiutano, e se servono ben vengano! Gli psicologi? Ho frequentato psicologi da quando avevo 14 anni, e sono qui a scrivere in questo forum! No non mi hanno cambiato il carattere, le reazioni istintive, ecc. Mi hanno aiutato per certe cose, ma per altre .......... non possono fare miracoli! Io ho avuto benefici con qualcuno, ora almeno la parte razionale di me riesce a tamponare qualche "sega mentale". |
| Inserito: 19 Ago 2014 22:38 | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 4 Data iscrizione: Ago 2014 |
ieri ho elaborato una nuova idea. Mi ricovero per un mese, beh mio fratello (abbiamo tenuto qui sua figlia per il dopo scuola 15 anni e quando anche questa è rimasta incinta abbiamo curato noi il nipote per dieci anni) non mi copre perchè deve pensare ai fratelli della moglie, saranno una dozzina. E, quindi, anche questa soluzione salta, oppure do tutto il mio stipendi alla badante così da 4 ore ne fa 8, sì e poi dopo senza soldi storpiato così che combino? A me non verrà nessuno a curarmi. Sono accoglienti i centri, se paghi parecchio, altrimenti sei un numero. Le cure col seroquel mi aiutono solo a non ammazzare qualcuno o a non rovinarmi del tutto sul lavoro, certo ieri sera ero sul punto di mangiarmi una scatola intera. Io, non potrei nemmeno lavorare, perchè sono stato riconosciuto inabile al lavoro constata la situazione (lavoro in un ente pubblico e praticamente il mio lavoro, che è di responsabilità, consiste nel non firmare falsi e non avallare la corruzione, e, ricordo una collega insultata tutti i giorni che si è suicidata, tutte cose che ho segnalato, ma ovviamente nessuno ha mosso un dito), vado lo stesso al lavoro perchè altrimenti mi seppellisco in casa, certo, come stamattina, vinco il dolore delle mie patologie e mi trascino al lavoro e lì vedo due che sono super contenti perchè al lavoro scopano, piu' felici di così... E' tutto così, vuoi che ti parlo del mio Dirigente (130mila netti all'anno) che fino a 15 anni fa era un pastore in calabria? Poi quando c'è da decidere di un contratto non sa nemmeno di cosa si parla e mi tratta come se fossi matto e parlassi tibetano... Quando andavo in palestra è nata una simpatia con una trainer (bellissima), abitava di fronte a me ha chiesto alla portinaia che lavora in entrambi gli stabili (in realtà gestisce al nero un giro di extracomunitari - cioè ad es. io pago i contributi alla badante come giusto e lei la fa lavorare al nero da altre parti in altri orari) che le ha detto tutto, e il giorno dopo al mio invito mi ha proprio risposto "con te non esco perchè nessuno ti da il cambio". Io amplifico ma quello che vedo quotidianamente mi consuma dentro, io arranco, ho studiato una vita, e gli ignobili prolificano con la corruttela e la raccomandazione. Dei tempi che furono rimpiango solo che non esiste piu' Prima Linea, spero tanto che torni e mi attuolo subito... ricordo un invito istituzionale (chiamano me perchè altrimenti chi parla inglese?) e di una riunione col Sindaco di Osaka, che, al termine della riunione ci invita per una cena tipica giapponese, cosa fai, gli dici di sì e poi non vai... e il dirigente se ne esce con questa frase: "Non vengo a cena con voi perchè io sono di Napoli e come fate il pesce voi giapponesi a noi non piace", sarei sprofondato... Ho fatto due anni al lavoro senza riscaldamento e siccome mi ribellavo ero un pazzo perchè tutti gli altri subivano in silenzio, mi rifutavo di partecipare a riunioni dove si faceva con i concorrenti i prezzi dell'appalto, ho preso un provvedimento disciplinare... Ho un ginocchio ora che fa parecchio male con tutto quel freddo, mio fratello passava, intanto le sue vacanze di Natale 40 giorni ai tropici, viene qui e si mette a urlare a dirmi che sono strano, perchè vivo io col vecchio ed io ci devo pensare, già per sua figlia non era così però... Come me ne tornerei a vivere a Londra dove le persone sono meno complicate e le cose funzionano, sempre che non rinasce Prima Linea. |