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| Inserito: 13 Apr 2012 18:42 Ultima modifica di: des | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 1 Data iscrizione: Apr 2012 |
Sono una persona normale che vive in Italia, in una zona senza particolari problemi e in un contesto tradizionale;
Ho deciso di scrivere queste parole per cercare di spiegare cosa possa spingere una persona a suicidarsi. Questo è solo il mio punto di vista, ma penso possa essere lo stesso di altre persone. Non voglio parlare della mia situazione, il mio scopo é solo quello di provare a dare delle possibili risposte a chi proprio non riesce ad immaginare cosa possa spingere una persona a suicidarsi. E qui entra in ballo la propria visione della vita: personalmente, dopo averci riflettuto a lungo molte volte e sentito pareri diversi, credo che mediamente ci sia un numero uguale di ragioni sia per vivere che per ammazzarsi. L'istinto naturale ci spinge a fare di tutto per continuare a vivere, ad avere dei figli e a darsi da fare perchè anche loro possano averne e credo sia questo l'unico vero scopo delle nostre vite e noi, essendo spinti a vivere, cerchiamo di farlo soffrendo poco e divertendoci il più possibile. Prima o poi però, spesso a causa di eventi che riguardano noi o chi ci stà più o meno vicino, arriviamo a farci delle domande riguardo a questo "obbligo di vivere" fino talvolta ad abbracciare l'idea della morte. La vita, credo, sia fatta di cose belle e di cose brutte, equamente bilanciate, quindi, a parte le famose eccezioni che confermano la regola, tendiamo a considerare la vita piacevole o meno a seconda del nostro punto di vista: ottimista o pessimista (qualcuno ha detto che un pessimista è un ottimista con esperienza, ma anche questo è solo un punto di vista). Il problema di fondo è che cerchiamo, soprattutto in certi casi, di trovare un senso alla vita, anche se credo che molti normalmente non si pongano nemmeno questa domanda. Chi lo fa invece, spesso non lo trova e quindi reagisce soffrendone oppure facendosene una ragione (mal comune mezzo gaudio). Pochissimi riescono a dare un senso alla propria vita mentre molti se lo creano, anche se spesso è effimero e soggetto a continui cambiamenti. Il più delle volte, infatti, ci si danno degli obiettivi da raggiungere a breve, anche per non pensare troppo alla vita nella sua totalità, e se ne creano in continuazione di nuovi per avere la sensazione di stare vivendo appieno la propria vita, invogliando gli altri a fare altrettanto. Personalmente sono pessimista per mia natura, però ne sono consapevole e tendo sempre a pensare male anche per ridurre la sofferenza, qualora ciò che penso si avveri. Certo questo fasciarsi la testa prima di essersela rotta non mi fa vivere bene perchè spesso non percepisco le cose positive, però quando me ne accorgo la gioia è doppia. Comunque se uno è convinto di suicidarsi non si può fare niente per fargli cambiare idea, al massimo si può solo ritardare l'avvenimento e quindi la domanda da porsi nei confronti di queste persone non è perche si siano suicidate ma perchè l'abbiano fatto proprio in quel momento. Ognuno ha i propri motivi per uccidersi e a parte casi particolari (ad esempio quando vengono i cosiddetti "5 minuti") molti aspiranti suicidi "covano" questo pensiero per molto tempo aspettando solo il "momento opportuno", cioè quando una scusa gli da l'occasione di mettere in pratica il proprio desiderio ma salvando le apparenze così da pulirsi la coscienza con un alibi (es. "non poteva continuare così"). Inoltre, siccome chi ha il pane non ha i denti, molti che vorrebbero morire scoppiano di salute e chi invece vorrebbe vivere a tutti i costi sta malissimo. Questo fatto invece che spingere a cambiare punto di vista genera ancora più frustrazione contribuendo ad alimentare la spirale negativa. Dall'altro lato chi percepisce questi istinti suicidi negli altri è spinto a far loro cambiare idea in tutti i modi, aggravando sempre più la situazione. Si creano così dei veri e propri "mondi paralleli" in cui vivono questi aspiranti suicidi che nessuno riesce a raggiungere, anche perchè spesso spinto solo dal proprio istinto di sopravvivenza e quindi ancora una volta dal proprio punto di vista. Mettersi in comunicazione significa per me mettersi nei panni degli altri provando a ragionare come loro e non con la propria testa, operazione molto difficile perchè contraria ai nostri stessi istinti. Infatti ciò che è importante per una persona può non valere niente per un altra. Infine voglio fare una considerazione generale: Chi mette almondo una persona non gli chiede se lui è d'accordo, quindi, come per i regali non richiesti, bisognerebbe accettare che uno possa rifiutare. Non chiedo di condividere questa scelta, ma di non dare la colpa a chi fa il "gran rifiuto". Talvolta questo gesto è considerato eroico, altre volte vile, ma dovrebbe sempre essere rispettato, come qualunque altra scelta personale, anche se "impatta" sulle vite altrui. D'altronde il vivere in società comporta buona e cattiva sorte finchè appunto la morte non ci separa. Sarebbe egoistico pensare solo al proprio punto di vista ma anche mettere al mondo una persona senza chiederglielo lo è, salvo il fatto che è impossibile fare diversamente e pertanto bisogna mettere nel conto il rifiuto come una delle possibili risposte, in questo caso data a posteriori. |
| Inserito: 13 Apr 2012 19:56 | |
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Utente registrato Messaggi: 92 Data iscrizione: Ago 2007 |
Ciao des,trovo molto interessante quello che hai scritto e in molte tue riflessioni mi ci ritrovo anche.
Daccordissima anche sul fatto che ogni punto di vista è perfettamente lecito.Per esempio io non ho mai pensato che le persone vengono al mondo perchè due esseri viventi lo decidono.Alla fine la decisione spetta agli eventi naturali...sempre più coppie fanno le cose più impensabili per avere figli e nonostante ciò,non realizzano il loro desiderio.Secondo punto:"non decidiamo noi di venire al mondo"...questo non lo sappiamo! Il fatto che non abbiamo consapevolezza di cosa eravamo prima di nascere,non ci dà elementi per fare un affermazione del genere. Che ognuno è libero di decidere che farne della propria vita,su questo son daccordissima e penso che a poco serve cercare di dissuadere un aspirante suicida dal mettere in atto il suo proposito.Personalmente sarei più propensa a dedicare un pò della MIA vita a far sentire la mia vicinanza a chi della SUA vita non sa che farsene.Nulla di più. |
| Inserito: 14 Apr 2012 00:32 | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 9 Data iscrizione: Apr 2012 |
Io sono d'accordo, invece, che venire al mondo non lo abbiamo scelto noi e che non si possa assolutamente sindacare sulla moralità di una scelta come quella del suicidio, però bisogna cercare di evitarla e di farla evitare. Personalmente io -da umano- vorrei che tutte le persone fossero felici o quantomeno non così infelici da togliersi la vita. E siccome lo voglio, credo di dovermi adoperare, nel mio piccolo, a fare in modo che questo non accada. Ma non perché considero ingiusto o immorale il suicidio, perché mi dispiace, e tanto. Non c'entra nulla quello che sto per dire, ma io oggi sono qui a meditare su una cazzata che ho fatto qualche ora fa. Qualche ora fa ho parlato a qualcuno di qualche mia passata esperienza sentimentale. Questo qualcuno mi ha risposto così:"francamente non me ne frega un cazzo". Nessun danno, nessun dolore, ma io lo sapevo. Lo sapevo che dal punto di vista logico -cioè della logica odierna, quella in cui devi sempre e comunque apparire brillante, una logica bacata a mio modo di vedere- dico, lo sapevo che da questo punto di vista "logico" era sbagliatissimo parlare di me. E sono due ore che mi chiedo :"Ma perché se lo sapevo lo ho fatto lo stesso?". Perché voglio un mondo diverso e sarei incoerente a rassegnarmi. Voglio un mondo dove una persona che racconta qualcosa di sé non deva vergognarsi di aver "sbagliato approccio" o "sbagliato momento", voglio un mondo dove l'empatia vinca sulle differenze di opinione e sulle differenze di contingenza, voglio un mondo in cui alle persone sia concesso di non essere sempre brillanti, voglio un mondo dove non si rida di chi sta male e voglio un mondo dove la gente sia disposta a dare prima che a prendere. Questo mondo non esiste, mi si potrebbe dire, è vero. Ma io lo voglio lo stesso. E per questo credo di essere disposto ad andare avanti fino alla fine. |