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| Inserito: 15 Dic 2010 21:22 | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 1 Data iscrizione: Dic 2010 |
Ho trent'anni, sono laureato da 5 e disoccupato, ovviamente. Mi sono ammazzato per studiare e ora...mi sento un fallito. Non ho un soldo in tasca, lavoro non se ne trova: ogni giorno inserisco annunci su annunci ma...niente. La mia ragazza è lontana, sento che ci stiamo per lasciare. Mio padre e mio fratello continuano a mortificarmi ed il primo è continuamente insoddisfatto del sottoscritto. In famiglia non si respira una bella aria... Non ho amici. Nessuno coglie i miei segnali perchè in realtà non ho nessuno. Vorrei andare via, lontano, ma con cosa? Non ho nemmeno i soldi per comprare una corda da mettermi al collo! Non trovo alternative a queste situazioni se non con il suicidio. Mi dispiace solo per mamma...Non voglio parlarle, dirle nulla dei miei problemi perchè ha già sofferto tanto: è l'unica ragione che mi ha tenuto in vita sino ad ora. Hai voglia a scrivere che c'è una soluzione a tutto, che la vita è bella: in certi casi non c'è soluzione, via d'uscita. Non so nemmeno perchè ho scritto tutto questo, se come sfogo o per farmi compatire. |
| Inserito: 18 Dic 2010 10:33 | |
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Utente registrato Messaggi: 92 Data iscrizione: Ago 2007 |
Caro amico,mi ha colpito il tuo messaggio,non per la situazione oggettiva che purtroppo è comune a molti altri,ma per la lucidità con cui la descrivi.
Mi sono chiesta,com'è possibile che una persona così concreta e razionale non riesca a trovare nuove risorse dentro di se per dare una svolta a questa situazione di stallo. Se la laurea non ha dato i frutti sperati,forse un approccio diverso al mondo del lavoro potrebbe essere un nuovo punto di partenza.Spero che in questi 5 anni,se non proprio lavori qualificati,almeno qualche ripiego a cui si appigliano adesso i giovani,l'avrai cercato. Lo so è deprimente doversi accontentare,ma a volte è necessario,almeno per andare avanti senza sentirsi un peso per la famiglia. Quando si arriva a pensare al suicidio come unica alternativa,a quel punto bisognerebbe trovare il coraggio di affrontare ogni nuova strada possibile senza paura.Dici che vorresti andartene ma non hai i soldi,ma chi non ha più nulla da perdere,può anche trovare lavori poco pagati,ma che ti sdradichino da una realtà e un'ambiente che ormai senti ostile.Secondo me più che di un buon lavoro ,hai bisogno di più coraggio.Ci sono decine di annunci che cercano giovani pronti a partire. |
| Inserito: 18 Dic 2010 15:58 | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 2 Data iscrizione: Mar 2008 |
ciao lux, capisco come ti senti...anche il mio ragazzo, che è laureato ma di anni ne ha qualcuno in più di te, ora è a spasso e non riesce a trovare un lavoro. io mi arrangio con lavoretti a tempo determinato e insieme cerchiamo di andare avanti , ma non è facile. C'è una intera generazione che cerca risposte e stabilità, ma non vedo grandi risposte dalle istituzioni. quello che mi sento di dirti e di non perdere la voglia di lottare, sforzati per conoscere delle persone e farti dei nuovi amici. sfrutta i contatti che hai, vecchi compagni di studi, o organizzazioni di volontariato. magari provando ad aiutare gli altri troverai degli amici e alla fine farai del bene a te stesso. so cosa significa non credere più alle favole, ma se impari ad accontentarti forse la vita non è poi così male e sa riservarci sorprese che non ci aspettavamo. fare un lavoro meno qualificato di quello per il quale hai studiato può sembrare deprimente, ma ti darà le forze per iniziare a cambiare qualcosa. ti auguro di trovare presto delle risposte concrete alle tue necessità...e spero che le cose con la tua ragazza si passano sistemare... |
| Inserito: 15 Feb 2011 23:16 | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 12 Data iscrizione: Feb 2011 |
Ciao, non è facile dare consigli su temi così importanti come il lavoro (specie in questi tempi)...
Come osserva Cabiria comincia con vari lavori, anche manuali o non in linea con i tuoi studi; guadagni qualcosa, ti tieni occupato e poi conosci nuove persone in un ambiente diverso. Parlando francamente pochi fanno il lavoro che desiderano (conosco tanti che si lamentano): per esempio ingegneri qualificati lavorano come semplici impiegati, ma così mantengono la famiglia e si creano pian piano un futuro. La dignità viene dal fare al meglio il proprio lavoro, la propria mansione... non tutti possono essere ingegneri, imprenditori, architetti... Prova come suggerisce Fiona a vedere qualche associazione di volontariato (rifugi per animali per esempio) dove di solito ci sono persone positive e altruiste per riempire il tempo libero. Prima di prendere decisioni radicali come trasferirti (specie in un altro paese o molto lontano dalla tua città) prova a seguire questi consigli che ti abbiamo dato; altrimenti rischi di trovarti in un ambiente diverso dovendo cambiare tutte le abitudini (lingua diversa, ricerca della casa, contatti da ricostruire). E' normale la tua lettera, periodi difficili capitano a tutti, anche in altri campi della vita; sfogarsi è umano, altrimenti raccogli dentro di te tutta la tensione. |
| Inserito: 10 Set 2011 15:16 | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 2 Data iscrizione: Set 2011 |
Ricorda che il suicidio non è una soluzione. Li passa solo nelle mani delle persone che ami.
Un terapista diceva che togliersi la vita è "come curare un raffreddore con una bomba atomica". Un altro medico spiega che "la decisione di morire dipende in buona parte da come si interpretano gli avvenimenti". Il problema non sono le difficoltà in sè, ma il significato che gli diamo. "non lavoro"=non valgo nulla "non ho amici"=nessuno può volermi bene ecc. Noi non possiamo modificare sempre la realtà intorno a noi, ma possiamo darle un significato che non vada ad intaccare il nostro valore personale, la nostra dignità. Es. c'è chi perde il lavoro e pensa che il capo è un cretino e quello che lo perde e pensa di essere lui stesso un incapace.. stessa situazione ma significato dell'esperienza diverso. |