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Inserito:  25 Set 2009 08:42
Stavo riflettendo sui tanti eventi della mia vita, sai per me lo straordinario non esiste, esiste la quotidianità ed è di quella che mi devo impadronire poi arriverà anche lo straordinario che può essere un sorriso od un abbraccio condiviso, non ho mai amato parlare perché non ne sono capace, la voce mi si rompe in gola ma ho bisogno di scrivere alcune di quelle cose che ho bisogno di metabolizzare e forse rileggendo le mie righe mi renderò conto di tante cose che ancora non riesco a capire e condividerle con voi mi rende un po’ più fiduciosa nel futuro. Sono parole importanti e grosse quelle che leggerete se preferite cestinarla subito questa mail non mi farà male, il male me l'ha fatto qualcun'altro.

L'ho conosciuto una domenica sera in un locale erano le due di notte io ero con una mia amica (persa per strada) lui con un suo amico abbiamo bevuto gin tonic per quasi tutta la notte poi ognuno è andato a casa sua, ci siamo rincontrati la domenica successiva sempre al solito posto poi ci siamo scambiato i numeri di telefono. Alcune sere dopo ci siamo incontrati in un locale della stazione abbiamo mangiato una pizza e poi a casa il quarto incontro è andato in modo diverso dovevamo andare al cinema ma lui si è presentato in tuta dicendo di non volere andare al cinema ma di fare un giro in macchina, dopo poco si è fermato in un parcheggio di una zona industriale ed in un battito di ciglia me lo sono trovato sopra di me con una mano davanti alla mia bocca e cosi che è iniziata la sua storia, non la mia.

Quando finì il suo lavoro mi fece scendere dalla macchina c'era sangue dappertutto io ero paralizzata dalla paura e dal dolore, mi lasciò li fuori ed inizio a pulire la macchina era il suo unico pensiero, si voltò solo per dirmi che gli era piaciuto ed io pietrificata non riuscivo nemmeno a capire dove ero e cosa stava accadendo. Il sangue continuava a uscire quindi mi fece stare un'altra buona mezzora fuori dalla macchina poi mi disse sali e non sporcare. Arrivata a casa corsi in bagno per vedere cosa mi aveva fatto ma da fuori non si vedeva niente ero dilaniata dentro. la settimana successiva senza preavviso venne a casa mia, suonò il clacson ed io uscii andammo allo stesso posto e quello che non era riuscito a fare la volta precedente la fece quella sera, dopo aver finito davanti mi prese di peso mi giro sulla schiena e fece la stessa cosa dietro e le mie urla non le sentiva perché spingeva la mia testa talmente forte sul poggiatesta che le urla non uscivano più pensavo di svenire alla fine mi butto quasi giù dalla macchina per pulire ma questa volta si era premunito di portare dei teli quindi il lavoro di pulizia non fu molto lungo, mi fece salire e mi disse quando si formano le croste è ancora più bello.
E quelle sere continuavano cosi fra continue minacce sino a quando un giorno si presentò con il suo amico, dopo che fini lui iniziò l'altro gli dissi lasciami stare ma era della sua stessa pasta, colpi continui sangue era diventata la quotidianita di quelle sere nere.
Il suo amico veniva spesso adesso, alcune volte lo fecero insieme alla fine mi facevano scendere per vomitare tutto quello che mi avevano fatto ingoiare. le mie ossa erano sempre più evidenti e gli facevano male, allora spingeva piu forte tenendo le sue mani sui miei fianchi per non farsi male
e il vomito e il sangue continuavano. Non parlavo mai mi limitavo solo a dire oggi no ti prego e loro ridevano a volte pregavo una volta lo feci ad alta voce e mi dissero chiamalo pure il tuo dio tanto non viene e ridevano di gusto. quando ero a casa ogni volta che andavo in bagno sanguinavo non finiva mai solo quando avevo il ciclo si limitavano a rapporti orali e anali, mi sollevavano sempre di peso perchè ero diventata 40 chili e non riuscivo piu nemmeno da sola a scendere dalla macchina e ogni volta qualcosa si rompeva, quando c'era solo lui mi dava da bere non so cosa ed ogni volta non ricordavo nemmeno piu la strada per andare a casa, non so cosa mi dava, a volte svenivo non so cosa mi facevano e quando mi riprendevo non sapevo piu chi ero, cercavo solo da quale parte usciva il sangue per poterlo tamponare.
E poi tanto altro ancora ma non voglio ferirmi ancora di più.
Inserito:  25 Set 2009 22:16
Cara, carissima altea,
la lettura del tuo racconto mi ha così enormemente emozionato che ho deciso, in via del tutto straordinaria, di risponderti e di farti sapere che ti sono affianco.
Non ho parole e sono sgomento al pensiero della estrema sofferenza che devi aver provato e che, sicuramente, tu stai ancora vivendo. La prima considerazione che mi viene spontanea è che l'uomo (maschio) è una bestia immonda quando si comporta in tale modo. Persino in carcere vengono isolati tali esseri ignobili, tale è la ripugnanza che provoca. Sono etichettati come "infami", e questo la dice lunga sui rischi che corrono se "intercettati" dagli altri detenuti.

Anni addietro, ebbi l'avventura di incocciare sulla mia strada un "autodidatta in via di perfezionamento" simile. In un Autogrill, in piena notte, con una sola ragazza al banco ed alla cassa. Il "poveretto", ubriaco, invitava (eufemismo)la ragazza ad appartarsi con lui (la bestia), ed avvantaggiarsi dei "paradisi" che, sempre lui, le avrebbe regalato. Non riuscì nemmeno a comprendere cosa gli stava succedendo, il poveretto! Sollevato di peso, raggiunse come per miracolo l'uscita, lì giunto, fu sostituito ad una pianta in un grosso vaso, dopodichè attraverso (in totale autonomia) le quattro corsie dell'autostrada. Non fu picchiato, solo sollevato da terra, forse il mio sguardo e la bava che mi usciva dalla bocca sono stati sufficenti a farlo sperare di trovare un TIR sul suo percorso. Non credo sia mai più tornato in quel Autogrill.
Purtroppo, oggi, la gente quando assiste per caso a atti simili, tende a voltarsi da un'altra parte. Non sempre...

Mi ha impressionato enormemente la frase che hai scritto: "... è iniziata la sua storia non la mia". Hai ragione, perfettamente ragione. La tua, con il passare del tempo, con l'aiuto di qualche vero Amico, con qualche inevitabile incubo, con tanto ottimismo e un pochetto di fortuna diventerà una splendida storia, degna delle fiabe più belle. Ciò è quello che sinceramente ti auguro.
La sua, la loro, sono storie di due bestie già sepolte, loro non lo sanno ancora, ma presto, molto presto la loro fine sarà visibile anche a loro.
Non ti solleverà il saperlo, tu pensi alle tue angosce, ma per te c'è l'avvenire per loro, l'inferno.
Ricevi una carezza. Antonio
Inserito:  27 Set 2009 10:03
Alle volte si pensa che certe cose accadano solo nei film peggiori. Poi all'improvviso la realtà ti si sbatte in faccia con una violenza che fa male. Questa storia è così cruda e terribile che alla fine, solo la rabbia ha ragione di esistere.
Altea, sei nel mio cuore.
Sai, ammiro molto il coraggio che hai avuto nel raccontare la tua storia e trovo che aprirti sia stato un gesto di grande fiducia verso il prossimo e la vita. Di certo sarà un viaggio duro quello che ti appresti a compiere ma sono felice che tu abbia deciso di metterti in cammino. Perchè è questo ciò che leggo nelle tue parole: il desiderio di uscire dal buio e dall'incubo per riprendere a godere della luce e del calore del sole. Quando e se ne avrai voglia, cammineremo insieme. Io sono al tuo fianco.
Con grande affetto. Ziofester.
Inserito:  27 Set 2009 10:10
Ciao Altea,
E' estremamente doloroso quello che tu hai subito, quanto deprecabile il comportamento delle bestie che hai incontrato!!
Ma voglio farti notare come hai iniziato a scrivere:
Voglio condividere per matabolizzare e ritrovare la fiducia nel futuro!
Questo è molto importante, è il primo passo, è l' iversione di rotta, è il non subire più.
Sono sicuro che da questo possa cambiare la tua vita, imparare a vivere la quotidianità, aiuta a scoprirne i cambiamenti, aiuta a riconoscere le persone più simili a noi ed a ristabilire un contatto con le persone degne, che possano restituirci la fiducia e l'amore che le bestie odiose che hai incontrato hanno forse distrutto.
Grazie Antonio per il tuo intervento in quell' autogrill,
Noi uomini abbiamo il dovere di intervenire sempre, quando chi è più debole subisce minacce e violenza, il vero uomo è colui che diffende il più debole, senza badare al suo tornaconto, cosa che la cultura del mercato e dei valori legati al profitto stanno mettendo in secondo piano.
Coraggio Altea, anche se con difficoltà, sono sicuro che riuscirai a ritrovare la fiducia nel futuro, per fortuna non esistono solo bestie su questa terra.
Il mio tenero abbraccio ti accompagna.
Inserito:  01 Ott 2009 22:37
Ciao Altea,non sono per nulla stupita della brutalità di certi soggetti,però sono assolutamente incapace di capire come mai una persona sensibile ed intelligente come te,abbia subito tutta questa violenza senza reagire.
A volte si rimane legati ai propri aguzzini,non sempre solo per paura ,ma perchè dentro il nostro cuore siamo così spenti e alienati,che anche la violenza può essere percepita come un segno che "esistiamo" per qualcuno.
Quello che voglio dirti è che i segni sul fisico prima o poi spariranno,mi preoccupa la tua anima,quelle emozioni e quelle difficoltà emotive che ti hanno portata a una situazione così devastante.Vorrei trovare tra le tue parole un sussulto di orgoglio,anche di rabbia positiva,quella che spazza la rassegnazione e fa intraprendere una strada più coraggiosa.Ti auguro di trarre da tutta questa sofferenza,la determinazione ad affrontare la vita con la consapevolezza che non dovrai permettere più a nessuno di mancarti di rispetto in alcun modo.
Ti abbraccio forte.
Inserito:  03 Ott 2009 11:23
perchè? l'unica cosa che riesco a pensare è: perchè? perchè noi donne permettiamo che ci facciamo questo?
Inserito:  04 Ott 2009 00:12
Questa vicenda mi ha talmente emozionato che non riesco a trattenermi dal intervenire.
Cercherò di esprimere le mie impressioni ed emozioni che mi sommergono nel leggere i vari interventi e poi di dare una mia valutazione personale sicuramente non esaustiva ne definitiva.
Considerazione. Leggendo i vari interventi ho notato la differenza esistente tra quelle dei “maschietti” e quelle delle “femminucce”.  Ammetto di non essere un “femminista sfegatato” tuttavia,  rilevo questa differenza. I “maschietti”, impressionati e forse anche un po' umiliati che, bestie di tale fatta, ci disonorino e creino un tale ovvio disgusto da parte del genere femminile,  non riescono a esternare che la loro vicinanza e solidarietà.  Le “femminucce” prima di comunicare la loro, pongono domande. Legittime, pertinenti, credo tuttavia ingenue e senza una possibile risposta  chiara e  soddisfacente.

La fiducia che a volte si concede al nostro prossimo è  a volte ingenua, a volte eccessiva, persino esagerata tuttavia, l'errore non è se concederla o meno, l'imperdonabile errore è, tradirla. Tutti credo nella propria vita hanno commesso tale “errore” e tutti, siamo stati feriti. Profondamente feriti. Nella nostra dignità, nel nostro animo, sicuramente ci siamo persino auto accusati, trovando magari mille ragioni, nessuna però, giustificherà un atto così bestiale e gratuito. Pongo io una domanda: l'ingenuità,  la spontaneità e la semplicità meritano un tale prezzo? Io credo proprio di no! Sicuramente merita moltissima solidarietà e subordinatamente una grande attenzione nel “regalare” i propri sogni. Vi sono bestie che razzolano in giro  pronte a qualsiasi opportunità. Sono immonde, spregevoli tuttavia, ci sono, esistono e … fanno male, tanto male! Scusate il mio intervento tuttavia non riuscivo a tacere il mio pensiero!
Inserito:  04 Ott 2009 18:00
@ Antonio,bello il tuo punto di vista,comunque adesso e in questo contesto è importante che facciamo "quadrato"per sostenere Altea,infonderle fiducia,soprattutto aiutarla a costruire la sua autostima,di modo che il suo atteggiamento nei riguardi dei sopprusi e della violenza non sia più di fatale rassegnazione(dal momento che la sua brutale esperienza non riguarda un episodio ,ma una serie di episodi che si sono protratti nel tempo). Dobbiamo dare ad Altea tutta la nostra stima e solidarietà,cercando di infondere in lei la consapevolezza che ha tutto il diritto di esigere rispetto e mai più nessuno potrà trattarla come un oggetto se lei ne è convinta.