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| Inserito: 05 Gen 2009 13:42 | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 10 Data iscrizione: Gen 2007 |
e' passato piu' di un anno, e ritorno a parlare in questo forum... nel frattempo nuove medicine, nuove speranze, ho pure cercata di avvicinarmi a Dio, ma niente...
Secondo capodanno che passo da sola, situazione nel lavoro incerta, sola, sola, sola... Mi chiedo perche' Dio mi abbia salvata dal mio tentativo (sono finita in terapia intensiva), per continuare a soffrire di questa assurda malattia, tutti gli sforzi che faccio per venirne fuori finiscono in fallimento... E sempre dico, aspetto a domani, magari qualcosa succede... e niente. Infatti, come ho letto da qualche parte, molti di quelli che cercano il suicidio hanno una voglia immensa di vivere, ma in un altro modo... Io non so' piu' darmi spiegazioni a tutta questa sfiga, a non poter neanche vedere un po' di luce per 5 minuti in questa vita... I fine settimana, prendo un po' di pastiglie per dormire, per non pensarci, ma tanto mi sveglio ed e' tutto uguale... Mi avvicinameno a Dio mi fa' rimandare la mia decisione, perche' ho paura che l'inferno esista sul serio, e continuo questa tortura quotidiana... Grazie per avermi letta... |
| Inserito: 06 Gen 2009 20:22 | |
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Utente registrato Messaggi: 92 Data iscrizione: Ago 2007 |
Cara amica,scusa se uso un tono così confidenziale,ma il tuo stato di sofferenza emotiva mi spinge a farti sentire la mia vicinanza e a cercare di prestare attenzione a quanto esprimi in questo messaggio.Io non so quali sono i problemi che ti fanno vivere in questa condizione di grande afflizzione,ho letto che hai dei problemi di salute da cui non riesci a uscire,dici che hai trascorso le feste in assoluta solitudine.Ti sei anche avvicinata a Dio nella speranza di averne un qualche conforto ,ma pare che nemmeno questo ti sta aiutando molto.Cara amica mi duole dirti che io non ho soluzioni da darti,nessuno ha soluzioni per i problemi degli altri,solo tu hai la possibilità di rccogliere dentro di te, quelle motivazioni e quel sussulto di amore per te stessa che ti facciano andare avanti.Io non credo nella sfiga,ma nemmeno nella fortuna.Io credo che devi andare avanti soprattutto contando su di te,facendo un piccolo passo alla volta,come per esempio hai fatto scrivendo in questo forum.Non ti arrendere,ciao. |
| Inserito: 12 Gen 2009 19:21 | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 12 Data iscrizione: Gen 2009 |
Cara Maxima, non ho ancora letto tutta la tua storia, che in questo forum pare conti una decina di scritti, ma mi pare di riconoscermi in alcune tue affermazioni e allora vediamo se riusciamo a sentirci meno soli...
Perché questo credo sia, in fondo, la base di tutto, almeno per quanto mi riguarda: la solitudine. Tu stessa lo esprimi con forza: “sola... sola... sola..”. E non è tanto il capodanno che conta, quanto la quotidianità. Credo che la solitudine sia il risultato della propria incapacità di stare con gli altri, che poi ha mille motivi e sfumature. Credo sia questa che bisogna superare, per riuscire a ritrovare il piacere di vivere... e te lo dice uno che non ci riesce. Chissà che questo forum non possa mettere davvero in contatto persone che, come noi, faticano a trovare qualcuno con cui sentirsi bene. Gli altri sono troppo “diversi”... Penso che abbiamo molto bisogno di condividere le cose con chi può capire in nostri stati d’animo... per poter essere sinceri, autentici... poter esistere davvero... perché alla fine il mondo ci chiede di essere allegri, leggeri, “banali”... e noi non vogliamo esserlo... |
| Inserito: 20 Mar 2009 19:58 | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 1 Data iscrizione: Mar 2009 |
cara maxima,
non conosco la tua storia, cosa ti spinge a pensieri così brutti? come mai dopo così tanto tempo torni su questo forum? se hai voglia e se te la senti raccontaci la tua storia, cosa ti ha portato a sentirti così. prima o poi, dopo tanto buio, torna la luce anche se ora non lo puoi vedere. abbi fede. un abbraccio[quote][/quote] |
| Inserito: 10 Apr 2009 22:16 | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 9 Data iscrizione: Feb 2009 |
Sono d'accordo, parlaci di te, spiegati. Potremmo davvero esserti utili! Arriva Pasqua e tanti si ritrovano, in Abruzzo migliaia e migliaia di persone non si troveranno più, senza casa, senza niente.
Pensaci, non chiuderti nella tua sofferenza ma condividila con gli altri e ricorda, purtroppo, che c'è sempre qualcuno che soffre più di noi e al quale una nostra parola potrebbe fare del bene. Ciao un abbraccio |
| Inserito: 10 Apr 2009 23:48 | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 22 Data iscrizione: Lug 2008 |
Ciao a tutti. Voglio condividere con voi una frase: "Fa del tuo dolore il tuo maestro, non il tuo padrone e troverai te stesso". Non so di chi sia ma mi ha molto colpita. Sono tanti anni che lotto contro la mia depressione e tutte le sue devastanti conseguenze sul piano sociale, lavorativo, sentimentale ecc. ecc. E allora cerco di trovare qualche insegnamento, qualche idea, attraverso letture, cose sentite in Tv, o in giro. Sono sempre alla ricerca di un qualcosa che mi possa illuminare, che mi possa far capire come sbloccarmi e cominciare finalmente a vivere. Cosa che non sono ancora riuscita a fare nonostante tanti anni di farmaci e di psicoterapia.
E' da un pò di tempo che sento dentro la percezione che sia vero e possibile sfruttare la sofferenza come opportunità per crescere e non per morire. Non so ancora come fare ma pensare di far diventare il dolore il mio maestro mi sembra una cosa meravigliosa. Ho sentito parlare in tv di un regista di teatro molto giovane che è guarito dal cancro. Ha scritto dei libri e condivide con altri malati questa terribile malattia. Lui dice che ha perdonato il cancro perchè gli ha insegnato a vivere. Ancora un riferimento al dolore come maestro. E poi, ho pensato a quelle persone che hanno perso tutto in questi giorni, in pochi secondi. Come possono fare ad andare avanti se non accogliendo la loro sofferenza? Se non appoggiandosi a quel dolore come ad un bastone, invece di farsi travolgere da lui per sempre? E se possono farlo loro, perchè non posso farlo anche io, tanto più che non sono malata di cancro e non ho perso nè la casa nè i miei cari? Scusatemi se dico forse delle cose banali e scontate. Lo so che le parole non servono a molto e che ognuno deve sentire dentro di sè le risposte. Ma questi pensieri mi hanno dato un pò di conforto e l'ho voluto condividere con voi. Vi ringrazio di esserci perchè quando leggo i vostri sfoghi mi sento meno sola. Auguri per una pasqua serena. |
| Inserito: 15 Apr 2009 21:13 | |
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Utente registrato Messaggi: 92 Data iscrizione: Ago 2007 |
@Laurella,
Ho letto con molto interesse quello che hai scritto,questa nuova visione del dolore che proponi ,mi sembra molto costruttiva e sensata.Credo che aver parlato di questa esperienza e del tuo personale modo di affrontare le difficoltà che ti opprimono da tempo, può essere sicuramente d'aiuto a chi passa in questo forum e si trova a leggere. La Pasqua è ormai trascorsa,ma se per Pasqua s'intende "rinascita"...la strada che proponi per chi da tempo cerca di rinascere dalla sofferenza è sicuramente sempre da tenere presente.Ciao Laurella. |
| Inserito: 20 Apr 2009 15:10 | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 22 Data iscrizione: Lug 2008 |
Ciao, Cabiria55, grazie per avermi risposto.
Spesso io sono una persona che predica bene e razzola male, ma mai come in questo momento della mia vita, trovo assolutamenre prioritario e urgente, trovare un modo per superare la mia sofferenza e riappropriarmi di una vita almeno dignitosa che mi permetta almeno di avere la forza di uscire di casa e trovarmi un lavoro, visto che, ormai, sono quasi 3 anni che mi sono auto-condannata agli arresti domiciliari. La causa? La mia totale incapacità a relazionarmi in maniera serena con gli altri, che mi ha portato a vivere, nel tempo, un matrimonio fallimentare , ad interrompere qualsiasi rapporto con i miei familiari e con il resto del mondo. Mi vergogno e mi sento molto in colpa per non essere "guarita" nonostante 10 anni di psicoterapia, letture, ricerca introspettiva costante, analisi e auto-analisi, ed ho provato anche la gioia di condividere i miei problemi in gruppi di auto-aiuto per le dipendenze affettive e alimentari. Il risultato? Sono 6 mesi che ho ripreso l'assunzione di psicofarmaci, esco di casa solo per fare le visite ci controllo, circa una volta al mese, sono ingrassata di 15kg, con mio marito ci facciamo del male regolarmente, il mio telefono è inesorabilmente e, logicamente, muto. Mi sento davvero paralizzata in questa situazione. La mia psicologa mi diceva che potevo considerarmi come una persona che ha una malattia cronica e incurabile come il diabete o l'ads, malattie che non passeranno mai ma che con le quali ci si può convivere. Io concordo completamente con questo: l'accettazione e la consapevolezza di un problema, sono il primo passo per risolverlo. Ma, visto che nel tempo sono sprofondata di nuovo nell'auto-distruttività, credo che bisogna fare di più di questo. Con la mia sofferenza, ci devo fare qualcosa, oltre che conviverci. Non butto via niente di quello che ho fatto: tutto il mio percorso di cura è stato sicuramente importane, altrimenti oggi non sarei qui a scrivere ma sarei sotto terra. Ho imparato anche ad accettare di non essere l'unica vittima, ma che anche le persone che mi circondano soffrono, vittime e carnefici di loro stesse proprio come me, ingabbiate nei loro limiti e nelle loro paure. Consapevolezza e compassione verso di me e verso gli altri e, forse, verso la vita in generale, sono stati un buon motivo, per me, per rimandare il suicidio. E anche provare gratitudine verso le opportunità che che ho avuto nella vita, mi ha aiutata, anche se io non mi sento di averle sfruttate al meglio. Ora devo fare di più di questo. Voglio svalicare, voglio andare oltre. Non so se sono ancora in grado di farlo ma vale la pena di provarci, sempre. Un conto è la teoria e un conto la pratica, ma credo che non siano solo sciocchezze i modi di dire sulla sofferenza che fortifica ecc.ecc. L'anno scorso ho letto un libro che s'intitolava, addirittura: "Il dono della depressione". E tutti noi conosciamo storie di persone che hanno fatto della loro sofferenza il loro punto di forza, di qualsiasi sofferenza si trattasse. Ci credo, ci voglio credere profondamente che questa "teoria" possa diventare "pratica". Ho bisogno di trovare solo il modo per reagire, i mezzi, forse, ce li ho già, anche se mi sento sempre la solita incapace. Un forte abbraccio a tutti. |
| Inserito: 22 Apr 2009 16:16 | |
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Utente registrato Messaggi: 92 Data iscrizione: Ago 2007 |
Permettimi di dirti,Laurella,che secondo me tu con la tua storia di sofferenza ci stai già facendo qualche cosa di costruttivo.Intanto mi sembri una persona che non si è fermata al primo stadio (l'autoccommiserazione),hai cercato di andare oltre.A me sembri una tigre che sebbene limitata in una gabbia,continua a mandare forte il suo ruggito.
Per adesso continua a ruggire,magari proprio condividendo questa tua esperienza con chi si trova in situazioni simili ma non ha la tenacia,la caparbietà,la razionalità che hai tu nel gestirla. Magari aiutando gli altri ,scopri che riesci anche ad aiutare te stessa. Ciao,auguri. |
| Inserito: 25 Apr 2009 01:07 | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 22 Data iscrizione: Lug 2008 |
Grazie, mi dai coraggio nel continuare a cercare le mie risposte e a non farmi abbattere dalla miseria di tutti i giorni.
Credo fermamente che aiutare gli altri sia aiutare se stessi. Oltre alla gratificazione personale, quando si aiuta qualcuno, si instaura quella cosa meravigliosa che si chiama empatia, che ti arricchisce, ti fa crescere, spesso ti fa trovare dentro di te quel pezzo mancante per completare il tuo puzzle. Comunque, per le esperienze che ho avuto, aiutare, per me rimane una cosa difficile e delicata: bisogna essere realmente forti, essere distaccati pur rimanendo vicini... E poi, spesso le persone non vogliono essere realmente aiutate, magari vogliono solo parlare, sfogarsi e allora possono recepire i consigli come delle aggressioni... Ed è sicuramente difficile accettare, o peggio, chiedere l'aiuto di qualcuno. Io, onestamente credo di chiederlo molto male, spesso allontano gli altri, invece di avvicinarli, un pò come fanno gli animali quando sono feriti: si isolano e aggrediscono quando sono scoperti. Orgoglio, paura e animalità prendono il sopravvento, quando ci si sente deboli. Ma noi non siamo animali... Dovrei ricordarmelo più spesso. Un abbraccio a tutti. |
| Inserito: 25 Apr 2009 09:15 | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 102 Data iscrizione: Lug 2006 |
hai ragione Laurella è più difficile chiedere che dare...ma a volte basta poco, basta dire : sto male stammi vicino. Non servono,come dici tu, i consigli le mille porole, basta stare vicini ed ascoltare.Stare vicini e accettare il dolore dell'altro come se fosse il nostro, ascoltando e abbracciando chi soffre... per dare un pò di conforto e sostegno...per fare un pò di strada insieme e sentirsi meno soli.
ciao a tutti voi del forum, zara |
| Inserito: 07 Lug 2010 00:19 | |
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Utente registrato Offline Messaggi: 3 Data iscrizione: Lug 2010 |
a volte quando sto davvero male ma ho ancora la forza di reagire, faccio le valigie e vado a tovare qualcuno fuori, lontano.
Lontano da casa sono sempre quella me che mi piace.. |