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Inserito:  04 Nov 2008 15:08
ciao a tutti io son francesca ho 30 anni e da due mesi sono ricaduta nel male oscuro...mi fa star male...nessuno che mi e' vicino puo' capire cosa significa...voler morire..andare via dal mondo..
mi sto curando..per mio figlio che ha 5 anni ma risultati positivi per ora niente e penso che nn arriveranno mai.
Inserito:  05 Nov 2008 11:56
tempo fa ho avuto vicino a me una persona che come francesca77 soffriva del suo stesso male oscuro. ogni mio sforzo, ogni mio tentativo di combattere con la razionalità quel mistero, sembrava inutile, era inutile. a quella sofferenza senza speranza, si aggiungeva la mia impotenza, senza speranza. è stato terribile, per lei come per me. i figli non capivano, io non capivo, la famiglia non capiva.
quella persona si è curata, con pazienza, tenacia, passione. l'ha fatto per amore dei figli e per se.
oggi tutta qualle sofferenza è un ricordo che però ha lasciato delle ferite indelebili. tuttavia ciò che sembrava insupera bile si è risolto e oggi mi piace trascrivere in queste pagine questa cosa, nella speranza che possa rappresentare una speranza.
dai francesca77... non demordere.
ciao
Inserito:  07 Nov 2008 14:29
grazie di cuore...ma e' bruttissimo avre vicino persone che ti considerano una pazza..ti controllano quello ke fai..io ho la testa confusa ma a loro nn interessa..a 30 anni dovrei spaccare il mondo..invece...voglio morire!
Inserito:  13 Nov 2008 21:28
ciao anche io ho 31 anni..ed anche io sono affetto dal male oscuro....modo bellissimo e poetico di raccontare la ineluttabilità di una scelta già tratta...francesca77 credo tu sia ad un passo dall'uscire dalla prigione in cui si e messa...e credo che quando questo accadrà, potrà voltarsi indietro e vedere questo periodo come il più coraggioso che abbia mai affrontato....mentre io forse sarò altrove..o meglio non sarò più...per me e troppo...ogni notte combattere contro i demoni ed ogni giorno contro gli uomini......c'e una cosa che ho capito....esistono uomini che non sono fatti per esistere in questo mondo...so che e uno spreco ma e vero....il suicidio non e un azzione fatta in un momento di sconforto, ma piuttosto l'atto finale di un lungo percorso che spesso dura degli anni. Il suicidio e una azzione premeditata e non un atto convulso pilotato dalla sola emozione del momento....ci si arriva con consapevolezza..spesso il suicida immagina la propria morte nei minimi dettagli, cercando di non lasciare nulla al caso...tra le sue paura più grandi vi e quella di soffrire in quel momento...dicevo che questo tipo di azzione la si matura in anni, visto che per chi decidere di compiere il passo, deve superare tutte le barriere psicologiche con le quali noi nasciamo
(tralasciando tutte le motivazioni personali che lo portono a prendere questa strada)...generalmente la prima e la religione: per chi e credente deve riuscire a svuotarsi di tutta la sua fede poichè la
fonte delle maggior parte delle religioni, e non di meno quella cristiana, e la conservazione della vita. La seconda e la società: l'aspirante suicida deve riuscire ad esulare dal principio di "vivere
a tutti i costi"...questo tipo di barriera e  molto difficile da superare visto che nasciamo in una società dove si da un valore alla vita quasi un assoluto già dall'inizio....quindi non abbiamo un termine di paragone con il quale possiamo mettere in discussione questo dogma..in pratica diamo per scontato una logica su cui si fonde tutta la nostra cultura e cioè, anche in questo caso, e "conservazione della vita a tutti i costi".Spesso, per paura di sentirci preda di quell'ansia ceca che ci renderebbe privi di quel egocentrismo che ci fa sentire unici, ci vediamo costretti ad accettare senza neanche troppe domande la certezza che "ogni vita merita di essere vissuta" e quindi siamo costretti a riempire, questa affermazione, di significati figli di luoghi comuni la qui fonte e sempre la stessa ovvero la paura di non essere così indispensabili...anzi a volte questa frase un significate lo acqusisce....o meglio uno scopo! Cioè quello di salvare il "salvatore" e non colui che deve essere salvato, ed ovvimente parlo di quell'esercito di persone che, galvanizzate dalla possibilità di poter nobilitare il significato della propria vita, tentano di "salvare" la maggior parte di vite quasi come per cercare una assoluzione per loro stessi...L'altra barriera e l'istinto di conservazione...cioè incapacità di dissociarsi dal proprio ruolo di uomo vivo il cui scopo e quello di esistere sulla terra...in parole semplici l'isinto di conservazione e la capacità dell'uomo di sfuggire al vuoto che l'idea della  morte da, lasciandosi attrarre inevitabilmente dalle emozioni che la vita ci riserva....ma un suicida arriva ad essere tale perchè non vuole piu provare un vuoto emotivo...ed ecco il paradosso non si puo togliere la vita per l'istinto di conservazione ma lo stesso istinto di conservazione gli impone di salvarsi dal vuoto...e dal punto di vista di uno che medita di compiere il passo, l'unico modo di non sentire più il vuoto e quello di portare a termine il suo progetto...questa in estrema sintesi é la visone di una persona che decide di compiere il passo....ovviamente ho tralasciato le motivazioni perchè queste sono estremamente soggettive.