Prima di partecipare leggi le Regole del Forum
»Utente: »Password:   Auto-login 
Internet@mico / VIVERE LE EMOZIONI / La paura... / La paura... questo peso
Inserito:  13 Ago 2008 00:11
E' la prima volta che scrivo in un forum del genere, e francamente non ne sapevo l'esistenza, lo trovato così per caso, io sono un tipo che di solito non racconta mai a nessuno le cose personali, ma in questa situazione così disperata ho capito che forse è l'unico modo per trovare un po di aiuto.
Sono un ragazzo di 27 anni a settembre 28, da due mesi circa, si è conclusa la mia storia con lei durata ben 10 anni, dopo dei tira e molla tortuosi e dolorosi durati mesi.
Avevo 18 anni quando ci siamo messi insieme, prima di allora avevo molti amici e conoscenti, molte ragazze che mi facevano il filo, insomma avevo una vita per cosi dire piena, poi con lei è diventata ancora più piena, perché insieme eravamo perfetti, ci amavamo alla follia, era un sogno, forse non ci sono parole appropriate per definire l'intensità del nostro rapporto, penso non mi ricapiterà mai più una cosa cosi bella, solo che ho commesso un errore fin dall'inizio ho lasciato perdere le amicizie le conoscenze ero perso completamente per lei, e anche lei ha fatto la stessa cosa.
eravamo intenzionati a comprare casa per vivere insieme, così per accelerare le cose andai a lavorare nella ditta di mio padre, dopo circa 2 anni che stavamo insieme è venuta a vivere a casa mia, con i miei, chhiaramente era una cosa temporanea finche non avessimo trovato casa.
Qui sono cominciati i problemi, perché io con mio padre non sono mai andato daccordo, ma dovevo lavorare e non sapendo fare nulla, avevo pensato che almeno li mi sarei imparato un mestiere, mai errore fu più grave perché tutto questo diventò un peso schiacciante per me ma anche per lei.
Il lavoro non mi piaceva, l'ambiente di lavoro faceva schifo, nessuno era interessato ad impararmi niente tanto meno mio padre che doveva preoccuparsi lui per primo di spiegarmi il mestiere, sembrava che io dovessi essere nato gia imparato, ogni volta che sbagliavo qualcosa venivo trattato come se avessi fatto un sacrilegio e venivo puntualmente umiliato davanti a tutti, non solo ero trattato come il figlio di papà dai colleghi, ma il rapporto con mio padre è peggiorato fino ad arrivare quasi alle mani, i litigi erano sempre più frequenti sia al lavoro che a casa ma se lasciavo il lavoro le ripercussioni sarebbero state gravi, mi sentivo fra l'incudine e il martello, ero sotto ricatto di mio padre per il fatto della convivenza con lei, e mi sentivo praticamente schiavizzato da lui, tutto questa situazione creo uno stato di malessere e di stress sempre maggiore e sempre più profondo, io e lei cominciavamo a litigare e ormai si era istaurato un circolo vizioso, da una parte sapevo che lei doveva andare via da casa per non essere più sotto ricatto, ma dall'altra cera la voglia di non darla vinta a mio padre, tutto questa escalation andò avanti per anni, alla fine lei riandò a casa sua e io lasciai il lavoro.
Sembrava che ormai fra me e lei fosse finita invece abbiamo ripreso a fare i due fidanzatini e il rapporto ripreso a decollare con nuovo slancio e con più serenità.
Ma purtroppo dentro di me si era creato un disagio profondo, dopo questa brutta esperienza che qui ho riassunto molto, ha lasciato inconsapevolmente un trauma profondo.
Avevo paura, una paura quasi fobica, che tutt’ oggi è ancora presente, lasciato il lavoro non sapevo più che fare, mio padre non mi dava tregua mi tartassava continuamente facendomi sentire una merda perché non trovavo lavoro, la mia confusione aumentava, non riuscivo ad entrare nel mondo del lavoro, non sapevo come muovermi, ovunque mi presentassi trovavo sempre le porte chiuse, non mi sentivo all’altezza di fare niente, dentro di me cera e ce tutt’ ora la fobia di ritrovarmi in un ambiente di lavoro come quello che avevo trovato da mio padre se non addirittura peggiore, tutto questo mi procura un blocco e una depressione un senso di inadeguatezza da cui non riesco ad uscire, molti non riescono a capire il mio stato e mi danno subito l'etichetta dello scansafatiche, ho fatto molti corsi, ho lavorato ancora nello stesso settore con altre ditte tramite vecchie conoscenze , ma del tutto sporadico per guadagnare qualcosa, sembra che io non possa lavorare senza l’ausilio di questa ingombrante figura paterna.
La storia non finisce qui, perché dopo che lei è ritornata a casa sua, i miei genitori dopo circa 2 anni si trasferiscono da un altra parte e io rimango da solo nella vecchia casa, lei ritorna a vivere con me, finalmente soli, ma il mio disagio continua e la mia fobia senza rendermene conto mi ha trasformato e si è estesa nei rapporti sociali nell'autostima in tutto, praticamente mi sono tirato fuori dal mondo sono caduto in depressione e mi sono chiuso in casa.
La storia fra noi due è finita dopo un anno di convivenza da soli, perché ormai era diventato impossibile stare con me, il risultato è che adesso sto peggio di prima, sono senza amici, senza di lei, senza lavoro, con una casa sulle spalle, e in più con questa angosciante paura che non mi molla, mi riesce difficile socializzare con gli altri, i vecchi amici sono spariti tutti, non riesco a sentirmi sciolto e andare incontro alla vita, ormai sono sempre sulla difensiva, una volta ero l'opposto ero un ragazzo che faceva amicizia con tutti a cui piacevano le nuove esperienze, oggi qualunque imprevisto mi spaventa, sono rimasto con questa solitudine, ho pensato anche di andare in analisi ma come faccio a pagarmi l'analista già e troppo se riesco a pagare le bollette e a mangiare.
Questo blocco non mi fa vivere e come se avessi sempre un sacco pieno di mattoni sulle spalle, a volte mi sentivo  come in una stanza affollata gridavo ma nessuno mi sentiva, ho solo ricevuto giudizi mai nessuno ha provato a domandarsi che forse stavo male.
Penso al passato e dico se avessi frequentato altri amici invece della gente di questo quartiere malfamato, se avessi studiato, se non fossi mai andato a lavorare per mio padre, addirittura se non mi fossi mai fidanzato, mi sento sconfitto a volte sono da solo in stanza e tremo e non è freddo è paura.
Oltre la paura in se sento anche la vergogna di avere paura, mi vergogno tanto sento come se le altre persone lo capissero e quindi vogliono colpirmi in ogni modo, sono diventato diffidente con tutti e per mettere online questa storia ci ho messo giorni perché avevo paura che qualcuno potesse deridermi o approfittarsi in qualche modo, questo peso è cosi grande che mi sta facendo perdere sempre più forza e non riesco più a reagire
Ho bisogno di amici quelli veri se esistono, di un lavoro ma sopratutto ho bisogno di un lavoro che mi dia gratificazione e di un ambiente di lavoro gradevole, ho bisogno di riguadagnare stima e fiducia in me stesso, forse e dico forse riuscirò a riconquistarla, forse sono ancora in tempo.
Inserito:  18 Ago 2008 10:22
Ciao Luposolitario,

da queste parti si passa per caso e poi magari ci si ripassa nuovamente per caso anche a distanza di tempo, a me capita così.
Forse leggendo dei mali altrui i propri si affievoliscono un po' o forse le parole ad altri per incoraggiare servono più che altro a sè stessi. Per dare un po' di carica e guardare avanti. O magari nel tuo caso a guardare indietro e ritrovare quelle cose che rendevano sereno e felice, ricercarle, con fatica e coraggio anche nelle cose quotidiane di oggi.

Buona fortuna amico, e ricorda che anche i lupi solitari si muovono in branco. :-)
Inserito:  13 Set 2008 02:42
Caro Luposolitario, leggendo la tua storia mi sento di darti tutta la mia solidarietà, per il tuo disagio e la tua sofferenza. Per alcuni aspetti, mi trovo a vivere una condizione simile alla tua per quel che riguarda la mia autostima distrutta da familiari e amici, difficoltà e paura ad inserirmi nel lavoro e nella vita sociale, problemi economici e affettivi. Vorrei infonderti un pò di speranza perchè sei oggettivamente giovane e potrai recuperare se non ti lasci travolgere da tutto. Io al momento mi trovo a dover superare un matrimonio intriso di ingerenze familiari molto pesanti (e non solo) che è durato 21 anni. Capisco la tua esigenza ad isolarti e a sentirti disperato e per questo voglio consigliarti di chiedere aiuto. Se non hai qualche amico in particolare di cui ti fidi, presso la Asl della tua città, c'è sicuramente un servizio sociale che ti può consigliare uno psicologo gratuito.
E non vergognarti di stare male, cerca di volerti bene.
Un abbraccio.